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Febronio, Giustino.

Forma italianizzata di Johann Nikolaus von Hontheim. Teologo e canonista tedesco vescovo ausiliare di Treviri. Dopo aver studiato all'università cattolica di Lovanio, dove era stato allievo del famoso canonista van Espen, perfezionò i propri studi a Leida. Iniziò poi una brillante carriera ecclesiastica che lo portò ad occupare importanti cariche, sino ad essere nominato nel 1748 vescovo ausiliare della diocesi di Treviri. Scrivendo sotto lo pseudonimo di F., formulò le lagnanze degli Stati cattolici tedeschi contro il papato e assunse la direzione del movimento di contestazione che da lui prese il nome di febronianismo (V.). La sua fama è legata al trattato De statu praesenti Ecclesiae et legitima potestate Romani Pontificis (1763), condannato e messo all'indice da papa Clemente XIII nel 1764. Egli scrisse quest'opera mosso soprattutto da istanze universali, proprie di un ecclesiastico che auspicava l'affermazione dei princìpi fondamentali del gallicanesimo in seno a tutta la Chiesa cattolica. Secondo quanto esposto nel suo stesso titolo completo, il trattato fu scritto "con il proposito di unire i cristiani dissidenti" e ancor prima della sua pubblicazione l'autore sapeva che l'opera gli sarebbe costata una denuncia simile a quella che aveva bollato studiosi quali Sarpi, De Dominis, Richer. Attenendosi allo spirito del Concilio di Basilea, si rivolse ai principi regnanti, ai vescovi e ai dottori delle università tedesche e difese energicamente le proprie idee, presiedendo, tra l'altro, il congresso di Coblenza. Comunque, nel 1778 fu indotto a ritrattare formalmente le sue teorie e, dopo qualche esitazione, rinnovò con maggiore impegno la ritrattazione nel 1788. Tra le altre sue opere: Historia Trevirensis (1750) (Treviri 1701 - Montquintin, Lussemburgo 1790).